lunedì 18 giugno 2012

Ieri, oggi e domani




Ha 58 anni e non capisce niente. Ma non come quel pedone che questa mattina ha attraversato con il rosso e lo stavi per investire; e neanche come il giornalista di cui abbiamo appena sentito il servizio al telegiornale o come il tuo fidanzato col quale hai litigato da poco. Lei non capisce niente come quando le dai in mano una tazzina del caffè e non capisce cosa debba farci con quel liquido nero dentro a un oggetto così piccolo. Improvvisamente fragile tra le sue mani. Che si può spezzare da un momento all’altro. Basta un movimento appena appena più brusco. Si può spezzare. Come la voce del marito che racconta.

Era una giornata di molti anni fa. Non ricordo precisamente quanti. Trenta forse, o forse meno. Sembra un’altra vita. Io ero di cattivo umore: avevo dormito male e avevo un esame importante quel giorno. Stavo andando in università con la bocciatura nella testa. Cercavo di ripassare nella mente tutte le leggi che avrei dovuto sapere a memoria. Quante cose inutili che cerchi di ricordare negli anni. Quanta memoria sprecata. In ogni caso non riuscivo a finirne nemmeno una. Ero in largo anticipo, allora sono entrato in un bar per bere un caffè e mi sono messo a leggere il giornale, tentando così di distrarmi. Poi la porta si apre. E quel campanello suona. Il campanello che avvisa che qualcuno sta entrando nel locale, mi stava avvisando in quel momento che mia moglie stava entrando nella mia vita. E che la stava cambiando. La mia vita di quel giorno. La mia vita di oggi. E la mia vita di domani.

Lei non sta ferma un attimo. Ormai non riesce più neanche a stare seduta su di una sedia. Cammina da un angolo all’altro della stanza. E tu la devi seguire perché non capisce che le sedie sono degli ostacoli; ci va a sbattere ripetutamente, rischiando così di cadere. In questo modo si è procurata il braccio viola che ha ora. È andata a sbattere contro la poltrona rossa nel salotto di casa sua. Ed è caduta. Come una bambina.

Ci abbiamo messo un’eternità a trovare una casa che ci piacesse. Io ci avrei messo anche meno tempo, ma a lei non andava mai bene niente. Abbiamo girato mesi e ogni volta che uscivamo da un appartamento o da una villetta che a me pareva splendida, lei diceva solo: “Non è lei”. Niente, nessuna spiegazione, semplicemente non era lei. Non avevo neanche il coraggio di arrabbiarmi: tutte le volte lo faceva sembrare un giudizio così ovvio. Poi un bel giorno mi telefona e mi dice con la musica nella voce: “Ok, trovata!”. Era lei. Ed era vero. Non poteva essere nessun altra che quella casa nostra. E così ci siamo sposati.

Ti guarda e scoppia a ridere. Senza motivo. O almeno senza motivo a te apparente. Inizia una frase che non finisce. Borbotta tra sé qualche verso. Si lascia scappare un timido sorriso e poi torna immediatamente seria e si guarda intorno. A un tratto riprende a camminare, in maniera diversa da prima, ora ha una meta: ha visto qualcosa e lo vuole. I suoi occhi hanno trovato quella bambola nella cesta. Lei si è avvicinata, ma non è in grado, da sola, di prenderla. Non è più in grado di prendere una bambola in braccio. La guarda, poi guarda te, poi guarda ancora la bambola. Sposta la sua emozione da un piede all’altro.

“La vuoi?”
“Sì, sì..la voglio..ecco..non so..sì..la voglio..non so..però..mah..boh..non so. Che bella che è..sì vediamo boh. Chi lo sa..devo andare..”

La prendi tu per lei e gliela metti tra le braccia. In questo momento è di nuovo mamma.

Quanto discuteva con nostro figlio!! Lo ha amato così infinitamente che per lui ha sempre voluto il meglio. Non gliene lasciava passare una. Io ero più ingenuo. Mio figlio mi ha fregato tante di quelle volte. Con lei invece non ci è mai riuscito. Tuttavia ho sempre visto quanto forte fosse quello che c’era tra loro. Non con gelosia, davvero, più con affetto. Anche tra me e lui c’è un legame fortissimo, ma il loro era … speciale. Fortificatosi con tutte le discussioni; inteneritosi con tutti i momenti in cui facevano la pace.

Ora è qualche anno che hanno divorziato. Lui si è fatto forza e ha trovato il coraggio di ricominciare da capo, di ricostruirsi una nuova vita, ripartire dal principio. Tuttavia in questi anni non l’ha mai lasciata e tutte le settimane almeno una giornata la passa insieme a lei. Insieme a questa donna di 58 anni, che peserà circa 40 chili, che fa la pipì addosso, che urla e che piange, che dice delle parole che non si capiscono. Insieme a questa donna che non lo riconosce più. Insieme a questa donna che ha cambiato la sua vita. Quella di ieri, quella di oggi e quella di domani.

Perché, per tutti i giorni a venire, lui si chiederà se ha fatto la cosa giusta decidendo di portare la donna in un luogo che lei inizierà a chiamare casa e dove, per tutti i giorni a venire, qualcun altro si prenderà cura di lei.


6 commenti:

  1. L'essenza dell' amore oltre le vicissitudini della vita! Pensa che io,la solita dei soprannomi, la chiamo la donna bambina!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa è una visione veramente splendida! Brava!
      E il soprannome è decisamente azzeccato..! Doppiamente brava!

      Elimina
  2. ....... libro personale?! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La tua Spizzi si chiama DEFORMAZIONE PROFESSIONALE..! ;)

      Elimina
  3. ...sarà che ho gli ormoni un pò sballati in questo periodo...ma piango,senza fermarmi...e sorrido e mi commuovo ancora...e ti ringrazio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti tranquillizzo, dicendo che non sono i tuoi ormoni, la colpa è mia.. Non sono capace di scrivere cose allegre.. Quindi, non ti preoccupare: tutto nella norma! ;)

      Grazie a te.. sapere che faccio commuovere e sorridere..bè, è bello..!

      Elimina