L’ho sempre trovato incredibile:
sono qui dentro a trascorrere gli ultimi anni della mia vita e…non so con chi
posso capitare in stanza. Io poi sono difficile. Ho dei problemi a trascorrere
anche solo un week end nella stessa camera con te, se non ti conosco. Anche se
non ti conosco bene. Anche se non ti conosco benissimo. Trascorrerei un week
end nella stessa camera solo con 5 persone al mondo. Forse 4. Sicuramente 2.
Sì, lo so, io sono difficile.
Però in questi posti si paga una
barca di soldi e si entra sperando di trascorrervi ben più di un week end. E
neanche posso portarmi la compagna di stanza da casa. Neanche posso sceglierla.
L’ho sempre trovato incredibile.
E così non si sono scelte queste
due signore e tutti sono sicuri che, conoscendosi, non si sarebbero mai scelte.
Una sicuramente. L’altra non lo sappiamo.
Più di un anno a dividere le
stesse notti e gli stessi risvegli. A partecipare, volenti o nolenti, alle
malattie dell’altra, ai dolori dell’altra, alle difficoltà dell’altra. Più di
un anno a mostrarsi in un’intimità che rende fragili agli occhi di un amico;
che annienta agli occhi di uno sconosciuto.
Una più silenziosa e riservata.
Raramente ha dato confidenza. Signora elegante nei modi e nei vestiti; nelle
parole e negli oggetti riposti con cura sopra al suo comodino. Poteva sembrare
antipatica nel suo distacco, ma era molto più simpatica di tanti tra i più
amichevoli.
L’altra più chiacchierona e
gioiosa, con quel suo modo di ridere tanto da trattenere il fiato fino a farti
spaventare, per poi dirti: “Sciocca, non mi far ridere così che mi fa male!”.
Sempre con qualcosa da dire, sempre al centro della scena, alla quale non puoi
far altro che affezionarti, fosse solo per quel suo modo puntuale di ripetere a
pappagallo tutto quel che stai dicendo, se non lo stai dicendo a lei, finchè
non smetti di parlare con l’altra persona e non le dedichi tutta la tua
attenzione.
Due signore così diverse,
diventate per più di un anno, prime protagoniste nella vita dell’altra.
E tra tutte le coppie che da
sempre nascono, mai nessuna ha avuto un corso così sbagliato e infelice.
Almeno secondo i racconti della più
chiacchierona.
“Si lamenta sempre dei suoi mali.
E cosa pensa? Che io non abbia mali? Li ho anch’io, ma mica passo tutto il
giorno a lamentarmi con lei! E poi lo sai che è invidiosa? Perché io oggi ho
fatto le scale e invece a lei non le lasciano fare perché non è capace. E io lo
so che è invidiosa anche se non me lo dice.”
Non ho mai scoperto con certezza
se questa antipatia fosse reciproca o solo dalla sua parte; ma ho sempre
sospettato che l’altra signora fosse troppo superiore per badare a queste piccole
cose.
Non come la prima, così avversa
da non entrare nella mia stanza se già era presente l’altra.
Per più di un anno ho sentito
frasi velenose: “La mia simpaticona passa il tempo a mettersi lo smalto: ma chi
pensa che debba vedere le sue mani?? Non riceve mai visite! Anzi, ha sempre da
ridire quando viene mia figlia, perché facciamo rumore, ma è solo perché lei
non ha nessuno!”.
Fino a ieri. Quando la signora
più chiusa, nel suo modo riservato, si è spenta. E tu non sei più riuscita a
smettere di piangere. E forse non era così vero che lei non aveva nessuno. Per
più di un anno ha avuto te che, sotto le tue cattiverie e le tue malizie, l’hai
amata in un modo che neanche tu immaginavi.
E così non si sono scelte queste due signore e tutti sono sicuri che, conoscendosi, non si sarebbero mai scelte. Una sicuramente. L’altra non lo sappiamo.
E così non si sono scelte queste due signore e tutti sono sicuri che, conoscendosi, non si sarebbero mai scelte. Una sicuramente. L’altra non lo sappiamo.