Aspetto un tuo momento di
concentrazione e ti spio.
A poco a poco i contorni si fanno
più sfuocati, fino a scomparire del tutto e rimane solamente un’enorme distesa,
dove ci sei soltanto tu. Mi ci accoccolo dentro e ti vedo. Insieme alla tua famiglia
che raccogli il grano sotto il sole. In bianco e nero. Non sono capace di
vederti giovane e a colori. Pieghi la tua schiena e carichi mille spighe sulle
tue braccia con una forza che non facevo tua. Un sospiro, una parola e poi di
nuovo a lavorare, tante ore al giorno, per tanti giorni, come mi racconti
sempre. Una goccia di sudore e la tua voce mi riportano nella nostra stanza.
“Elena, guarda come viene bello!”.
Ed eccoti lì, seduta. Molte volte
ti ho invitata a scendere da quella carrozzina e a sederti su una sedia, ne sei
capace, ma non vuoi; la carrozzina ti dà sicurezza ormai, non riesci a
staccartene. E allora te ne stai lì, con il disegno di un fiore davanti, muovendo
le matite con una precisione invidiabile alla tua età, i denti in fuori, mi
piace pensare per la concentrazione, ma tu sempre mi ricordi: “Figuriamoci
se è per la concentrazione; la dentiera mi fa male e non riesco a tenerla al
posto giusto!”.
E non ti importa nulla.
Ti importa così poco di quel che
accade intorno a te che con il tuo vocione spesso fai notare come i disegni
delle altre signore siano brutti in confronto ai tuoi. Con “le altre signore”
lì presenti. Io ti sgrido, ma sotto sotto rido, per la tua limpida schiettezza.
Per la tua verità detta così sinceramente.
Mi complimento per la tua bravura,
ti sorrido, aspetto che torni al tuo lavoro di oggi, così diverso per milioni
di aspetti da quello di tanti anni fa, e poi, di nuovo, rubo un attimo tuo.
Tu nella sala da ballo, bella
come non riesco a immaginarti, con un vestito blu come mi racconti, con la
musica che ti piace e con tutti quei ragazzi che ti invitano a ballare. E’ lì
che l’hai conosciuto ed è lì che l’hai lasciato. Per il volere degli altri, per
dei motivi che io non riesco a capire, per dei tempi diversi. Per tanti
rimpianti che porti nel cuore ancora oggi e porti a me con una triste cantilena.
Prendo la chitarra e strimpello
qualche cosa, per farti piacere, per addolcirti, per regalarti un momento di
serenità. Tu neanche alzi gli occhi, perché sei brusca e fredda. Allora io
apposta smetto. E tu immediatamente alzi la testa e dici: “Nooo Elena! Suona ancora!” come un generale, come chi ha capito
quali sono le cose che contano. Volentieri ricomincio e creo una colonna sonora
al mio viaggio dentro di te.
Ti sei sposata giovane, troppo?
Non lo diresti mai. Con un uomo “bello”
è la prima cosa che dici e forse inconsciamente sottolinei la tua scelta
sbagliata. Era anche buono, ma l’importante era che fosse bello. Hai avuto due
figli e poi “hai chiuso i battenti”,
troppa fatica.
E ora sei qui, a 93 anni e non mi
sai svelare il segreto.
Come faccio ad arrivare così alla tua età?
E che ne so io??
Fumavi?
No, mai! Neanche per provare!
Bevevi?
No, ma che bere??
Facevi sport?
Neanche per sogno! Lavoravo io!
Ma una risata ogni tanto? Qualche divertimento?
Ma che divertimento? Non mi sono mai divertita io! Ho lavorato, fatto i
figli e lavorato!
Però, quando riesco a farti
ridere, o a farti sorridere, riesco a vederti in quella sala da ballo, a
volteggiare con la vita che non hai avuto; riesco a vedere quella serenità
assopita dentro di te che appena affiora...
E allora sì che tutto è a colori.
tanta roba....
RispondiEliminaLa tua dialettica mi commuove..e mi fa sempre venire voglia di alzare la cornetta e fare una telefonatina a una certa zia... :) Grazie Pietro..!
Eliminalo sai, lo so, mi commuovi sempre.
RispondiEliminaMi preoccuperò quando non accadrà più.. e quindi sto tranquilla..! :)
Eliminaoh lelina, che bello ascoltare le tue storie.
RispondiEliminabuona notte!
Ancora più bello avere qualcuno che le ascolta..
EliminaGhignosa la nota sul copyright;)
RispondiEliminaE poi non dirmi che non ti piace il tuo lavoro! Ne hai colto appieno l'essenza!
RispondiEliminaGrazie, Monica!
EliminaIo leggo...
RispondiElimina..io allora scrivo! Finchè ci sei tu che mi tieni d'occhio..!
Eliminasenza saperlo un giorno ho detto no "io non lavorerò mai con i vecchietti!!!" senza saperlo poi un giorno ho detto si...e la mia socia ci racconta quello che si prova a dire si...
RispondiEliminaSolo gli stupidi non cambiano mai idea..
EliminaIn quanto al saperlo raccontare, è facile quando c'è già una poesia che ha solo bisogno di essere scritta..
bello, davvero! :)
RispondiEliminagrazie, davvero..! :)
Eliminaposso solo leggerle quando non c'è nessuno nei dintorni...ad asciugare le mie lacrime.
RispondiEliminaEcco, così fai commuovere anche me, la Chiara basta che legga una riga e apre i rubinetti, poi passa di lì la Barby che se vede qualcuno piangere è finita, e siamo a posto..! La nostra speranza è che arrivi la Mony dando a tutte noi delle rimbambite, così da sdrammatizzare e alzare il morale generale..! Ahaha!!
EliminaGrazie..!
Brava lelina...a me non viene da piangere...per nulla... Peró brava!!
EliminaAhahaha! Meglio così! L'importante è che ti piaccia, se poi non piangi chiuderò un occhio!! Ehehe!
EliminaGrazie!