Vediamo se con un’immagine ti
risulta più chiaro: prova a pensare alle persone come a delle locande.
In che senso?
Una locanda accoglie ed ospita
ogni giorno tanti visitatori diversi, e per tutti il trattamento è lo stesso.
Indipendentemente dal carattere del nuovo arrivato, la locanda gli aprirà la
porta, lo accompagnerà nella sua stanza, lo farà sedere in salotto, gli servirà
anche pranzo e cena e avrà cura di lui finchè questo non deciderà di andarsene
da solo.
Lo stesso trattamento, la stessa
cura verrà riservata per un ospite simpatico e per uno antipatico, un ospite
chiacchierone e uno più silenzioso, uno sorridente e uno brontolone.
In poche parole la locanda
accoglie tutti. E lo fa sempre con gentilezza.
Questo è chiaro, ma ora come si
collega la locanda con le persone?
Il principio è uguale. La persona
si ritrova alla sua porta ogni giorno tanti ospiti diversi, lì a bussare:
emozioni felici o tristi, leggere o preoccupate, spensierate o spaventate;
anche in uno stesso giorno, anche nel giro di poche ore. Allo stesso modo della
locanda, la persona deve imparare ad accoglierle tutte, farle accomodare in
salotto per il tempo che vorranno trascorrere lì. Sia che queste siano emozioni
con le quali è piacevole passare un pomeriggio, sia che queste siano emozioni
che si preferirebbe non vivere. Ti immagini cosa potrebbe succedere a una
locanda se questa decidesse di non aprire la porta e quindi di non accogliere
tutti quei visitatori più scomodi, tristi e scorbutici?
Inizio a capire… Questi
potrebbero accumularsi tutti quanti lì fuori, pronti a buttare giù le mura e
rovinare rumorosamente su ogni cosa che incontrano una volta scardinata la
porta.
Sì, è una possibilità. Potrebbero
anche, essendo rimasti fuori, coprire tutte le finestre, così che gli ospiti
che sono riusciti ad entrare, non vedrebbero più il paesaggio fuori.
Penso di aver chiara la morale di
questa storia: è bene aver cura di tutte le proprie emozioni perché, in fin dei
conti, sono loro che portano avanti la locanda; essere in grado, in qualche
modo, di accoglierle tutte, così che non gli venga in mente di distruggere
nulla o oscurare la vita.
Esatto. E tutto
questo sempre con gentilezza.
Proprio così, con gentilezza.